Tutto ciò che NON sai sull’avocado

L’ avocado è il superfood più famoso del momento. Ecco alcune curiosità da sapere se sei un ossessionato come me!

In quel periodo dell’anno in cui tutto prelude alla rinascita della natura, quando le giornate si allungano, gli aperitivi si infittiscono e le palestre si ripopolano, quello è il periodo in cui gli avocado tornano a popolare panini e tartare. Visto che in un modo o nell’altro ci sono alte probabilità di incappare nel verde frutto nei prossimi tempi, abbiamo messo insieme quattro storielle o fun facts sull’avocado da raccontare agli amici in attesa dei piatti o da rivendere ai colleghi durante la pausa pranz

L’avocado è un albero tropicale che viene coltivato in vaste zone geografiche delle Americhe. Può raggiungere fino ai 20 metri di altezza e i suoi frutti non maturano se lasciati attaccati ai rami. Il frutto è una drupa (un frutto carnoso) con la forma di una pera. Esistono moltissime varietà e quella più diffusa in Italia è la Ardith, perché coltivata in Israele, e la Hass, coltivata soprattutto in Sicilia per il mercato europeo.

Le origini: È un frutto americano. Non a caso sono stati proprio gli Statunitensi ad avviarne la produzione intensiva all’inizio del Novecento. Se non ve ne siete accorti, l’avocado per antonomasia è l’Hass, coltivato per la prima volta a Los Angeles nel 1926 e brevettato nel 1935. La ragione? Gusto ricco e lunga vita sugli scaffali rispetto ai cugini.

Il frutto:. Si tratta di un frutto a bacca mono-seme, come un kiwi con un solo seme. Gli aztechi lo chiamavano ahuacatl, ossia, con poca immaginazione, testicolo. Inutile dire che si credeva avesse incredibili proprietà afrodisiache

Un seme da non buttare: Molti degli amminoacidi dell’avocado si trovano proprio nel seme. Seccato e triturato può essere aggiunto a zuppe, frullati e insalate. 

Voci di corridoio hanno sempre raccontato che era possibile far germogliare il seme dell’avocado semplicemente lasciandolo sospeso – di solito infilzato con degli stuzzicadenti – su un bicchiere a contatto con l’acqua. Una volta germogliato, basterebbe trasferirlo in un vasetto per lasciarlo crescere.

La maturazione: L’avocado cresce sugli alberi ma matura solamente una volta colto, il che può significare tre giorni come due settimane se lasciato a temperatura ambiente. Il segreto sta nell’analizzare la sede dello stelo, il colore della buccia e la consistenza della polpa: nell’ordine devono essere ancora verdastro, tendente al violaceo e leggermente resistente alla pressione. Per accelerarne il consumo, basta metterli vicino a una banana o una mela.

Il sole: Gli avocado si scottano, come le persone. Li riconoscete dalla pelle raggrinzita e dalla consistenza troppo cedevole. Da sapere però che la parte più vicina alla buccia è anche la più ricca di sostanze nutritive – quindi meglio sbucciarlo che scavicchiarlo con il cucchiaino tipo coppetta di gelato.

Le calorie:Un avocado ha la consistenza di un budino molto sodo e le calorie di un bufalo. Buone, eh, ma tante. Un solo avocado è in grado di fornire circa 22,5 grammi di grassi monoinsaturi e circa 320 kCal per etto.

Le proprietà benefiche: Punti di forza dell’avocado: abbondanza di acido grasso linoleico e omega 3, ovvero grassi in grado di tenere a bada la produzione di colesterolo. A questo aggiungiamo antiossidanti – che contrastano i famosi radicali liberi – e abbondanza di potassio e vitamine, in particolare K, B5 e B6. In aggiunta, può aiutare a rafforzare il sistema immunitario e ha proprietà anti-infiammatorie e anti-età.

Gli usi: In cucina l’avocado è il nuovo prezzemolo degli anni ’10. In ogni menu di locale alla moda che si rispetti, in qualunque ristorante giapponese ma anche in tantissimi insospettabili bar, il verde frutto è proposto in forma di insalata, salsa, frullato e condimento. In alternativa, dalla morbida polpa si ottiene una maschera per il viso semplicemente lavorandola con un cucchiaio e l’aggiunta di succo di limone. Lasciandola sul viso per circa 15 minuti pare si ottengano risultati notevoli, e sicuramente rinfrescanti – per quanto particolarmente odorosi.

Gli alberi di avocado sono sempreverdi e le specie più diffuse maturano tra la fine di febbraio e la fine di ottobre. Il che significa che stiamo entrando nel vivo della stagione, giusto in tempo per le grandi insalatone e per le tartare a base di avocado e salmone.

Un consiglio utile per la conservazione: spennellate la parte che non mangiate con un po’ di olio d’oliva, copritelo per bene con la pellicola e poi mettetelo nella parte bassa del frigorifero: questo rallenterà il processo di ossidazione, ovvero non lo farà diventare subito nero, perché non è a contatto con l’aria. Ovviamente, consumate entro massimo 3 giorni una volta aperto!

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